La storia

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Subentrato alle accademie settecentesche della Repubblica Veneta, l’Ateneo di Treviso è stato istituito nel 1810 da Napoleone I Re d’Italia, assieme agli Atenei di Venezia, Bergamo e Brescia, e da allora ha intimamente accompagnato la storia cittadina.
FOTO6La sua attività, pressoché continuativa lungo l’Ottocento e protrattasi sino agli anni Trenta del Novecento con l’ultimo segretario, l’abate Luigi Bailo, è ripresa nel 1983 con il riconoscimento del Consiglio di Stato e con nuovo Statuto approvato dal Presidente della Repubblica.
I soci (distinti in onorari, ordinari, corrispondenti) sono eletti dall’assemblea in base a curriculum di riconosciuto valore. L’organico, determinato dallo Statuto, prevede anche la categoria dei soci-amici sostenitori.

L’attuale Consiglio di Presidenza è formato dalla presidente Antonietta Pastore Stocchi dal vicepresidente avv.to Riccardo Mazzariol, dal segretario Ferdy Hermes Barbon, dal vicesegretario Claudio Ricchiuto e dal tesoriere Sergio Tazzer. Revisori dei conti sono Paolo Matteazzi, Raffaello Padovan, Giovanni Roman, Giannantonio Zanata Santi.
Grazie all’opera disinteressata dei propri soci e al contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, della Regione Veneto e del Comune di Treviso, nonché del Rotary Club di Treviso, l’Ateneo promuove il confronto scientifico, letterario e artistico con convegni, relazioni e discussioni su temi di cultura e stretta attualità, incoraggia ricerche d’ambito trevigiano e organizza visite culturali nella Regione.FOTO3
Cura inoltre due collane editoriali, pubblicando le conferenze mensili nel volume degli “Atti e Memorie dell’Ateneo di Treviso” e accogliendo nei “Quaderni dell’Ateneo” contributi aventi carattere monografico o saggi specifici.
Al pari degli incontri aperti alla cittadinanza, le pubblicazioni sono offerte alle scuole e alle biblioteche, agli studiosi e ai principali istituti italiani ed esteri, e possono essere richieste alla Segreteria.
Nell’attuale sede del Complesso di San Nicolò in Piazzetta Benedetto XI n. 2, ospite del Seminario Vescovile di Treviso, l’Ateneo dispone di una cospicua biblioteca (peculiare è lo scambio di pubblicazioni con istituti italiani ed esteri) collegata al Sistema Bibliografico Nazionale, e conserva il suo archivio storico presso la Biblioteca Comunale.
Incarnato nella dimensione municipale con respiro aperto a più ampi orizzonti (tra i soci più celebri si annoverano Alessandro Volta, Antonio Canova, Antonio Scarpa, Gioacchino Rossini, Luigi Carrer, Antonio Rosmini), l’Ateneo ha conosciuto, tanto nel periodo asburgico quanto con l’unità italiana, stagioni di intensa vitalità confrontandosi coi problemi del tempo, coniugando il binomio cultura e progresso col vaglio delle questioni e delle scoperte emergenti, e perseguendo il miglioramento dell’agricoltura, dell’istruzione, delle condizioni igienico-sanitarie del territorio.
La sua incisiva presenza è stata testimoniata da personalità del calibro di Gaspare Ghirlanda, Giovanni Battista Marzari, Giuseppe Bianchetti, AFOTO9gostino Fapanni, Luigi Sartorio, Sebastiano Liberali, Paolo Marzolo: non solo col dibattito erudito ma anche con la lotta a mali endemici come la pellagra o la tubercolosi, con l’istruzione di uno dei primi asili d’infanzia nel Veneto, o col culto dei grandi italiani.
Altri periodi importanti, collegati alle presidenze di Antonio Caccianiga, Matteo Ceccarel, Salvatore Mandruzzato, sino alla poliedrica operosità di Luigi Bailo, hanno caratterizzato l’istituto come luogo d’incontro tra cultura liberale e cultura cattolica, fondendo la fedeltà al nuovo Stato con l’attenzione ai problemi sociali come l’emigrazione, la salubrità degli alloggi, l’alcolismo, le scuole popolari, non senza celebrare forti segni d’identità nei centenari di Dante e Petrarca, Canova, Paris Bordone e Benedetto XI. FOTO2Una storia, dunque, che merita d’essere conosciuta, sulla cui scia l’Ateneo attualizza il suo mandato nell’odierna società della conoscenza, configurando l’elaborazione di nuovi saperi capaci di armonizzare l’indispensabile ricognizione del passato con la somma dei dati sul presente tramite una riflessione rigorosa. Sempre più, del resto, accanto a quelli storico-umanistici, i suoi programmi accolgono temi di particolare attualità e rilevanza, come quelli della medicina e della bioetica, della salvaguardia ambientale e dell’economia, anche nell’intento di sensibilizzare la cittadinanza sulle importanti sfide per la qualità della vita che i tempi presenti impongono.