Bruno De Donà

Bruno De Donà è nato a Belluno. Si è diplomato al liceo classico ‘Antonio Canova’ di Treviso, città dove risiede. Ha conseguito la laurea in lettere moderne all’Università veneziana di Ca’ Foscari con una tesi su ‘Il Cadore austriaco e napoleonico dopo la fine della Repubblica veneta’.
Giornalista professionista, è stato per anni redattore del quotidiano ‘Il Gazzettino’. Precedentemente, tra la fine degli anni Settanta e gli inizi degli anni Ottanta, in qualità di cronista radiofonico e televisivo, aveva partecipato agli esordi dell’emittenza privata nella Marca trevigiana. In quello stesso periodo fu uno dei fondatori del Circolo trevigiano della stampa, assumendone la segreteria. Socio onorario dell’Ateneo di Treviso, è stato componente di vari direttivi, sostenendo l’incarico di vicepresidente durante la presidenza di Giorgio Tommaso Bagni.
Si è occupato, e continua ad occuparsi, di argomenti e questioni legati alla storia veneta attraverso conferenze ed interventi, alcuni dei quali svolti nel corso di eventi e convegni indetti dall’Ateneo, quali ‘Cultura e società a Treviso al tramonto della Serenissima ‘ (1998), ‘Petrarca e l’Umanesimo’ (2004), ‘Cultura e tradizione accademica’ (2006). Per il quaderno ‘Scritti in onore di Enrico Opocher’ (1992) ha offerto un saggio attorno al romanzo ‘Il roccolo di Sant’Alipio’ di Antonio Caccianiga. Sempre per l’Ateneo, ma anche per il Comitato di Treviso dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano – di cui è stato vicepresidente – ha svolto ricerche mirate a vari personaggi, pubblicandone la biografia. Si ricordano al riguardo i lavori sul patriota trevigiano Luigi Pastro, il sacerdote Sebastiano Barozzi da San Fior, cospiratore risorgimentale, i cadorini Luigi Coletti, braccio destro di Pietro Fortunato Calvi nel corso dei moti del 1848, e il canonico monsignor Giovanni De Donà, antitemporalista e insigne storico del Cadore, nonché l’abate Giuseppe Cadorin, biografo di Tiziano. Altri profili hanno riguardato il giornalista Gianpietro Talamini, fondatore de ‘Il Gazzettino’, la monaca veneziana Maria Alberghetti, fondatrice nel 1615 delle Dimesse di Padova e suor Dositea De Nicolò, eroina della carità nella Treviso dell’Ottocento. Lavori di carattere storico sono poi apparsi sul mensile ‘Il Cadore’, periodico della Magnifica Comunità del Cadore nel cui ambito ha dato il proprio contributo nelle vesti di consigliere tecnico. Attualmente è componente del Comitato di Consulenza scientifica dell’Archivio Storico di Belluno Feltre e Cadore. Recentemente ha curato la ristampa di guide ottocentesche del Cadore, riedite per i tipi di Nuovi Sentieri.
Istriano per parte materna, si è dedicato da sempre allo studio delle vicende giuliano-dalmate, con specifico riferimento all’aspetto irredentistico. Rientrano in questo filone le biografie di Carlo Combi (1827-1884), intellettuale e patriota capodistriano sostenitore dell’italianità dell’Istria, nonché del triestino Ruggero Timeus (1892-1915), saggista e scrittore nel trapasso tra irredentismo e nazionalismo. Alcuni studi e saggi hanno quindi riguardato i motivi e le ragioni dell’interventismo giuliano-dalmata alla vigilia della Grande Guerra, e il dramma delle foibe, per tanto tempo ignorato dalla storiografia ufficiale. Analoga angolatura è quella dalla quale ha affrontato il delicato e controverso tema riguardante la figura di Ettore Tolomei, l’irredentista che italianizzò l’Alto Adige.
E’ socio corrispondente dell’Accademia dei Concordi di Rovigo. Tra le sue pubblicazioni vanno ricordati i volumi ‘Vie di Treviso’ (1998) e ‘Personaggi di Marca’ cui si aggiunge l’attività poetica, con la pubblicazione, anni addietro, di un paio di sillogi.

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Bruno De Donà
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